MUSEO DEL BRIGANTAGGIO

La struttura nasce come Grancia del Convento “Santa Maria degli Angeli” di Atella nel 1443 e ha la funzione di masseria rurale, nonché di deposito di derrate alimentari.
Con l’arrivo di Napoleone Bonaparte, la struttura viene confiscata alla Chiesa e passa nelle mani del demanio per diventare carcere e resterà tale fino al 1967.
Nel corso della sua storia la struttura verrà più volte ristrutturata e rimaneggiata e tra le sue destinazioni troviamo anche quella di ospedaletto durante i periodi di malaria e i terremoti.
L’edificio è dapprima sede del carcere di Atella, poiché Rionero per secoli è stata frazione di Atella e solo dopo l’autonomia comunale nel 1811, diverrà carcere di Rionero.

- Ingresso

Già cucina dei monaci, poi posto di guardia e gendarmeria, oggi ha la funzione di foyer del museo.

- Camerata maschile

La stanza in origine era divisa in due parti con due ingressi distinti; la prima stanza assolveva alla funzione di refettorio, l’altra aveva funzione di granaio/deposito. Quando la struttura venne adibita a carcere, le due parti vennero unite e adibite a camerata maschile. Oggi è divenuta sala polifunzionale del museo per ospitare mostre e convegni. Inoltre, sugli schermi addossati alle pareti è possibile visionare le testimonianze di alcuni tra i maggiori storici che hanno affrontato e studiato il fenomeno del brigantaggio post-unitario.

- Cortile dell’ora d’aria

Il cortile si presenta in pietra grigia e pietra bianca. Le due pietre meglio evidenziano i rimaneggiamenti della struttura, in quanto tutto quello che è costruito in pietra lavica lo si può far risalire alla prima costruzione, quello in pietra bianca sono le aggiunte fatte nel corso dei secoli successivi.
Il cortile nacque con la funzione di orto per il monaco granciere.

- Cella d’isolamento e di rigore

Già cella del monaco granciere, poi adattata a cella di rigore, essa è l’unica parte della struttura che conserva ancora le tracce e le testimonianze della funzione di carcere. Oggi la cella ospita l’avatar di un brigante, che incarcerato racconta le sue pene e le sue battaglie per la ribellione.

- Cella di quarantena

Nata con la funzione di cella di quarantena per i carcerati malati o infermi, oggi ospita la parte museale legata agli uomini del brigantaggio. Attraverso il touch screen è possibile accedere a una corposa ricerca fatta dall’Università di Salerno, che racconta il brigantaggio dalla parte maschile. Gli oggetti, le suppellettili e gli abiti sono fedeli ricostruzioni dell’epoca.

- Infermeria

Nata con lo scopo di infermeria già quando era grancia, assunse tale funzione anche nelle varie destinazioni successive. Oggi ospita la sezione della mostra dedicata alle donne del brigantaggio, dette brigantesse o “drude”, come venivano appellate dai piemontesi. Attraverso la tecnologia touch screen è possibile consultare la ricerca fatta dall’Università di Salerno e ci racconta le funzioni, la vita e le figure brigantesche. Le suppellettili, gli oggetti e gli abiti sono fedeli ricostruzioni dell’epoca.

- Cella femminile

Era la camerata femminile fino al 1930, quando il carcere fu destinato ai soli uomini. Oggi ospita la storia di Carmine Crocco, il leggendario capo brigante originario di Rionero. Fu Generalissimo dei briganti e riuscì con la sua armata a conquistare numerosi paesi. Carmine Crocco morì in carcere a Portoferraio, dopo essere stato condannato prima a morte e poi ai lavori forzati. Le sue spoglie ancora giacciono in una fossa comune nel carcere di Santo Stefano.

- Cella

È stata l’ultima cella costruita durante il restauro del 1930, ricavata sul pianerottolo della scala. Oggi è destinata a sala ricerca, biblioteca e mediateca del Museo del Brigantaggio.

- INFO MUSEO

Largo Giuseppe Mazzini
85028 Rionero In Vulture PZ
Tel 0972 082574

Email:
museobrigantaggiorionero@gmail.com